Un alleanza tra popoli per una giusta economia
In una società in cui le relazioni sono dettate dai social network quanto vale stare insieme? “Si parla solo dei beni privati, dei beni pubblici e della nuova frontiera dei beni comuni. Però nessuno parla mai dei beni di relazione. Quelli che contano davvero. Perché sono la coesione della società civile”. Carlo Petrini, il fondatore di Slow Food crede che questa sia la giusta economia.
“Essendo stati creati dallo stesso Padre, noi tutti esseri dell’universo siamo uniti da legami invisibili e formiamo una sorta di famiglia. Ma non c’è bisogno di guardare a un orizzonte così vasto per scoprire la fitta trama di legami da cui dipende la nostra esistenza. Tutto il mondo del cibo si regge su un sistema di patti quotidiani tra chi produce e chi trasforma i frutti della terra, tra chi offre le materie prime e chi le porta in tavola. Non sempre i patti vengono onorati, naturalmente: le multinazionali che comprano il latte o il grano a un prezzo troppo basso per consentire ai produttori un’esistenza dignitosa vengono meno a ogni rapporto di reciprocità. Truffe e sofisticazioni alimentari tradiscono il legame di fiducia tra il produttore e il consumatore. Caporalato e sfruttamento della manodopera trasformano il libero scambio di prestazioni lavorative in schiavismo.
Alleanza è la parola con cui mi piacerebbe leggere questa edizione di Terra Madre Salone del Gusto” – continua Petrini – “Una parola che ha assunto nel corso della storia significati diversi. Non voglio scomodare la Santa alleanza o l’alleanza tra Dio e gli uomini, ma calare questa parola nel quotidiano, in un’epoca di individualismi trionfanti e nuovi muri. Perché senza alleanze non c’è aggregazione, non c’è comunità di intenti, non c’è prospettiva comune”.
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