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Scopriamo insieme la guida Slow Wine 2018

download“È sempre più complicato scrivere una guida come questa, perché nel nostro lavoro di critica siamo obbligati ad alzare l’asticella sempre più in alto. In otto anni il mondo è cambiato, non una, ma tre volte. Se all’esordio di Slow Wine era difficile scovare – soprattutto nelle regioni del Nord – cantine che gestissero la vigna in biologico o almeno non diserbassero chimicamente, ecco che ora succede l’esatto contrario. Per non parlare della qualità dei vini, che cresce ogni volta di più grazie a una cura maniacale di tutti i processi produttivi da parte dei vignaioli, e all’aumento della consapevolezza degli enologi così come delle loro conoscenze tecniche. Ma dall’altra parte anche noi dobbiamo aggiornarci, informarci, studiare e girare su e giù per l’Italia, per incontrare i vigneron, ascoltarli e alla fine imparare da loro. Come se non bastasse si aggiungono altre tematiche su cui dobbiamo continuamente stare al passo, una su tutte quella legata ai cambiamenti climatici.

Che dire di un’annata “balorda” come la 2017, con il germogliamento precoce, poi la gelata di aprile e un’estate arida e caldissima, con raccolta delle uve anticipata di oltre quindici giorni? Chi scrive di vino deve tenere conto o almeno immaginare quali saranno le conseguenze di tutto questo e dei futuri sviluppi di un fenomeno di tale portata sulla nostra enologia. Perché se state sfogliando le pagine di questa guida e state leggendo questa introduzione, dovete sapere che chi lavora a Slow Wine non ha come massima aspirazione quella di chiudersi in una stanza e far roteare i bicchieri per sentire i profumi sprigionati da migliaia e migliaia di vini. Il nostro mestiere lo interpretiamo, o cerchiamo di interpretarlo, in modo differente. Il nostro unico giudice è il lettore. Non vogliamo compiacere il produttore di turno, renderlo felice e tronfio con i suoi vicini o aumentarne amici e fan su Facebook. Vogliamo fornire un servizio quanto più possibile oggettivo.

Sono tre le domande fondamentali che dobbiamo porci quando raccontiamo una cantina: ciò che stiamo scrivendo costituisce un’informazione rilevante al fine della scelta di una bottiglia piuttosto che di un’altra? quella che stiamo utilizzando è la migliore forma di argomentazione possibile? il racconto che stiamo facendo è articolato dal punto di vista storico e territoriale? Riuscire a rispondere con le nostre schede e il nostro processo di lavoro a queste tre domande non è semplice, ma è la missione che ci poniamo, per poter giungere presto a uno Slow Wine 2.0….”

 tratto dall’introduzione alla guida Slow Wine 2018 di  Giancarlo Gariglio e Fabio Giavedoni.  Per approfondire http://www.slowfood.it/slowine/ecco-voi-lintroduzione-di-slow-wine-2018-e-le-6-nuove-chiocciole/

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